domenica 17 giugno 2018

In libertà

Non sono contro la tecnologia, anzi credo di esserne, nel mio piccolo, un sostenitore, ma sono contrario all'uso troppo umano di essa: disumanamente utilizzata per rendersi più vicini al mondo però sempre più isolati da ciò che abbiamo vicino.
L'ambiguità della tecnologia si è fatta sentire in modo esponenziale nel 'boom' di Internet: un mondo parallelo altamente tecnologico che ricalca in tutto e per tutto la società mondiale e riporta l'essere umano ai tempi della clava per imporre le proprie ragioni, spezzare la voce altrui e raggiungere fantomatiche vette in piccoli gruppi virtuali di sconosciuti.

Mi scappa da ridere e alla stesso tempo di piangere, davanti alle virtuali amicizie di migliaia di persone...
Ai tempi in cui ero iscritto al noto social network FaceBook, la lista delle “amicizie” era di circa 400 utenti: in sei mesi di assenza solo 2 persone si sono accorte della sparizione.
Tutti e 400 gli utenti li conoscevo fisicamente dal vero prima dell'amicizia su FB, ponendo che 150 non abbiano il numero di telefono, altri 100 ne telefono ne email, dei restanti 150 quanto importa ciò che scrivi o meno ?
Eppure, per molti, è più reale un social network forse perchè così non vedono l'effettiva solitudine che li circonda e/o l'effetivo e reale : Non mi interessa quello che dici. Ti metto un mi piace di scambio.
Basandomi su questi pensieri e sul mondo odierno che si aggrappa a vecchi ideali perchè non è più in grado di essere compatto per avere nuovi ideali adatti ai tempi attuali, ho scritto una serie di racconti brevi che vanno dal “politicamente scorretto” all'assurdo della realtà fino al fantascientifico buon senso che sembra mancare sempre di più.
Ironia e sarcasmo, forse con una punta di sadismo nel rivoltare il coltello nella piaga, ho voluto raccogliere per ora le basi della società attuale.

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