In un mondo così caotico e organizzato in modo altamente disorganizzato, per molte persone diventa un lusso permettersi due passi a piedi o in bicicletta.
La situazione si aggrava man mano che ci si avvicina alle grandi metropoli, dove la bicicletta è utilizzata come mezzo di trasporto, più veloce che i propri piedi, e meno inquinante di un motorino nonchè mezzo veloce con il quale il ciclista non rischia multe, ma solo la vita.
Non me ne abbiano a male i ciclisti di città, ma il loro modo di correre e divincolarsi nel traffico, imboccando sensi unici al contrario, scavallando marciapiedi e suonando il brillante campanello al bisogno, sono abbastanza pericolosi e così, altamente concentrati per arrivare il prima possibile al punto di ritrovo stabilito, si perdono il gusto della pedalata.
Pressato dal traffico
La bicicletta e la passeggiata così rilassanti, nel mondo moderno, altamente disorganizzato nella sua splendida organizzazione (se fosse organizzato bene non saremmo tutti di corsa come dei forsennati o no?), ha tolto il piacere di dire: vado a fare due passi per godermi la bella giornata. NO! Vado a fare due passi perchè ho i trigliceridi alti! (siamo tutti altamente informati sui termini medici che fanno male alla salute), e così la sera estiva i parchi pullulano di persone che, affannate dalla pressione dei trigliceridi, passeggiano alla velocità dei sette chilometri orari.
Tu, che stai camminando senza meta alcuna, ma solo per il piacere di farlo, ti ritrovi in un traffico umano di pedoni e ciclisti che, quasi fossero ancora in catena di montaggio, hanno mantenuto il ritmo della giornata frenetica e altamente disorganizzata nella sua organizzazione.
Ormai il traffico ci assilla, ci investe, ci preme: traffico d'auto, traffico di biciclette, traffico di pedoni/corridori e se non vuoi trovarti steso a terra devi correre, infilarti nella scia, scansarti, tenere i sensi all'erta per evitare di essere investito e così perdere il gusto di camminare solo per il gusto di farlo pensando a quello che stai pensando.
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