sabato 11 giugno 2016

Punta e scatta ... e rifletti e osserva e componi e ricerca ...

Punta e scatta ... la concezione base della lomography. Sono un felice possessore di una Holga 120N e una Holga 135 e con queste macchine sicuramente non si ha la possibilità di intervenire più di tanto al momento dello scatto e forse proprio per questo si ha bisogno di pensare di più, perchè gli scatti nudi e crudi che ne usciranno saranno più o meno belli in base alla composizione e al contenuto della fotografia stessa, in questo modo passeranno in secondo piano tutti i difetti delle Holga.
Così queste semplici macchine dall'uso altrettanto semplice ci fanno rallentare e pensare e osservar, tutte cose che si sono perse nell'era digitale.
Sì, la macchina funziona punta e scatta, ma la nostra mente e il nostro cuore e i nostri occhi devono lavorare insieme all'unisono per ottenere una immagine unica, unica non perchè è stata fatta con la pellicola, unica perchè è stata fatta con una parte di noi.
L'Holga e le sue sorelle stanno ridando un'anima alla fotografia.
Ogni volta che si fa click l'immagine è stata impressionata in modo irreversibile su quel pezzo di pellicola e il risultato sarà visibile solo al momento dello sviluppo e della stampa, se avrai ragionato giusto il risultato sarà ciò che ti aspettavi, oppure no.
Fortuna? No, non è fortuna, è solo attenta riflessione e osservazione.
Sicuramente i primi rullini saranno magari deludenti, ma i risultati arriveranno e saranno densi di significato e bellezza emotiva con un fascino tutto particolare che solo queste macchine possono regalare.



 

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