giovedì 6 dicembre 2018

E parti prima! Cazzo.

Piccola premessa:
certe parole, anche se scurrili, sono degli ottimi rafforzativi.

Per lavoro sono spesso alle prese con il traffico e credo che il traffico peggiore sia quello delle ore di punta non tanto per il numero di veicoli più vasto che si muove, ma per la maggior idiozia,incoscienza, strafottenza delle regole e del buon senso che si trova.
Scalmanati al volante che partono in ritardo per poter correre in strada ed arrivare in orario sul posto di lavoro.
Pazzi al volante di TIR che, mentre ti muovi ai 90 Km/h in una strada con limite dei 70, ti piombano a culo e lampeggiano nel miglior dei casi oppure ti cavano le trombe di Eustachio suonando con fermezza virile il grosso clacson chiedendo con benedizioni gesticolanti di far passare.
C'è chi lampeggia, chi suona, chi canta, canta? Ah no, sta sbraitando improperi alla minicar che lo precede.
Furie che si spostano e procedono nel mondo a cavallo di destrieri metallici e chi ce l'ha più grosso vince.
Arrivano dove devono arrivare, FORSE.
Nevrotici ed ostili pronti ad affrontare una serena giornata di lavoro... e questa è la mattina, e posso, potrei ma non riesco, anche capirlo; quello che proprio non capisco è che succede anche alla sera a fine giornata, durante le ferie, anche quando non c'è nulla che preme. Non serve voler arrivare prima se poi non arrivi.

Buona guida a tutti.


giovedì 29 novembre 2018

Mattina

Il risveglio a volte porta più cose del dovuto e si sà che se fossero piacevoli non sarebbero in più.
La ricerca forsennata della felicità ci allontana dalla giusta visione del mondo, ci abbaglia con futili gioie effimere e le mancanze di cui abbiamo bisogno veramente ci spingono in avanti ancora, in un ciclo infinito di triste amarezza.
Nel deserto è dura non credere in un miraggio, ma fidarsi di chi ci accompagna nel viaggio è fondamentale per stare allacciati alla realtà e non perdere i valori in cui si crede.
Per finire un semplice Haiku.

Ormai morta la
foglia gialla nel vento -
Fredda mattina.

Il vento strappa e spazza le foglie e non lo fa per cattiveria: è così.
Alla foglia inerme, abbandonata dall'albero, non rimane altro che danzare in vortici, piroette e tripli salti mortali sperando in una nuova vita.

martedì 13 novembre 2018

Tempo

È bello prendersi ogni tanto un po' di tempo per ciò che si ama e non è mai troppo tardi per iniziare a farlo, più tardi si inizia, ovviamente, più tempo si perde.
Il tempo al giorno d'oggi è così prezioso, non c'è mai tempo per nulla ...
Il tempo è sempre stato prezioso infatti anni fa veniva gestito meglio, usato meglio.
Il tempo ... Tempo!
Il tempo un insegnante così meraviglioso che ha arricchito i nostri genitori, i nostri nonni; l'umanità intera è stata arricchita dal tempo e oggi il tempo non c'è più e l'umanità stessa si sta impoverendo d'umanità.
Bisogna ricordarsi che il tempo scorre per tutti allo stesso modo e mai i figli avranno l'età dei genitori e mai i genitori avranno l'età dei figli.
Tempo: insegnante severo e giusto, ormai morto, ma forse si fa ancora in tempo...



sabato 25 agosto 2018

Racconto breve - Confini

Dopo un mese di stacco dal blog, c'era veramente troppo caldo per far lavorare il cervello al di fuori dei tempi lavorativi, sono tornato.
Ho fatto una riorganizzazione di idee, trovato un interessante filo conduttore, "disegnato con le parole", sfruttando la metrica 5-7-5 dei famosi haiku, immagini di idee da ampliare.


Basta con le chiacchiere ed ecco il racconto bonsai, un esperimento/gioco con colpo di scena finale. 

Confini

Finalmente aveva finito, poteva tornare a casa tre ore prima del previsto e avrebbe usato quel tempo per prendersi cura di sé.
Quasi volando con l'automobile, imprecando a destra e manca nel traffico, arrivò a casa e con la stessa furia con cui aveva guidato si spogliò, lasciando una scia di vestiti dalla porta d'ingresso fino alla camera da letto dove iniziò a respirare, finalmente, ad un ritmo normale. Scelse con cura la biancheria intima, valutando quale dei tre completi sexy indossare, tirò fuori dalla loro confezione le autoreggenti color rosa antico che, da quando le aveva prese un mese prima, non aveva avuto ancora modo di indossare: troppe ore di lavoro, ma non poteva farne a meno. Preparò sul letto il suo abito preferito e scelse un paio di sandali tacco 11. Si diresse in bagno e si fece una calda doccia rilassante; con cura e tranquillitá si depilò, gustandosi quel momento di pace. Sapeva che da quei momenti di solitaria gratificazione personale trovava le energie per affrontare qualsiasi cosa.
Ultimata la doccia si sentiva al settimo cielo nel pieno del relax. Si mise lo smalto ai piedi: adorava metterlo e mentre lo metteva tutti i pensieri e logorii mentali svanivano.
Guardò l'orologio, aveva ancora due ore, ancora tanto tempo per sè. Si vestì ed iniziò a truccarsi il viso. "Amore; sorpresa! Sono tornata prima, che fortuna...", alla compagna di Paolo morì la frase in gola appena varcò la porta del bagno e rimase a bocca aperta, Paolo a sua volta si paralizzò e la guardò, gli occhi approfonditi dal mascara si riempirono di rammarico.
Il racconto ha più livelli di lettura, partendo dal più superficiale della sottile ironia drammatica della situazione fino alla profondità dei rapporti di coppia e dell'essere umano. Altra cosa che mi piace è l'imbroglio, l'inaspettato che esce dall'ordinario e ti sbilancia... da nessuna parte c'è scritto che è un lui o una lei, eppure pensi che sia una lei fino all'ultimo.

domenica 29 luglio 2018

Holga la macchina fotografica Haijin

Ogni volta che parto, per un luogo vicino oppure lontano, l'infaticabile Holga è sempre con me.
Una macchinetta fotografica tutta in plastica, per pellicola medio formato, leggerissima e semplicissima da usare.
Non teme l'umidità, non ha problemi di batterie, non si sporca il sensore e fa il suo dovere ogni volta al cento per cento: punti e scatti. La foto è fatta.


Questo scatto può essere l'inizio o la fine di un giro al mare, per me però è l'inizio di una storia d'emozioni.



Ogni difetto è unico per ogni Holga, ogni Holga è unica come l'essere umano.
Scattare una fotografia con Holga è come scrivere un Haiku: è un momento, un istante, una intuizione  che ci illumina. Punta e scatta e l'emozione sarà catturata.


sabato 28 luglio 2018

Cuore blu(es)



Vicino al ritorno verso casa e gli impegni lavorativi una foto che per me dice tutto nella sua semplicità grafica. 
Un enorme cuore blu color del cielo e del mare disegnato dall'ombrellone che ci tiene all'ombra e mi lascia un po' di quella malinconia di una musica blues.
Una foto, che come un Haiku, va letta con l'intenzione di andare oltre l'evidenza e lasciare che sia solo la partenza delle emozioni e non l'emozione in sé per sé.

un aquilone
nell'aria calda vola
- fieri legámi

Il bello della partenza, come dice il mio vagabondo nel racconto breve "La casetta e il mondo", è sapere che ci sarà un ritorno.

Buon week end a tutti


martedì 24 luglio 2018

Vú cumprà

Sulla spiaggia affollata di voci viaggia il sole spinto dal vento e dal fragore dell'onde lunghe e la ricca schiuma bianca.


Cullato nel caldo dei pensieri freschi del riposo 

gesti come per scacciare mosche fastidiose

Passano i giorni.
Rimane un secchiello muto e sbiadito sospinto dall'onda nel silenzio di gabbiani affamati.


sabato 7 luglio 2018

Brevità

Un'emozione colpisce istantaneamente. La mia ricerca sulla sintesi continua: poche parole immediate per colpire a fondo e lasciare che l'emozione faccia il suo corso attraversandoci come acqua cristallina.
Raccolgo pensieri e sensazioni e poi li scrivo: in semplici immagini cercando una lettura a più livelli.

Doppia esposizione su pellicola ilford HP5 scattata con Holga120N
Io e Holga e-book in vendita su Amazon

Effimero piacere
    - pallido
sole d'inverno

Fotografia e parole di Porcari Daniele, se riutilizzate pubblicare la fonte con link al blog e nome e cognome.dell'autore.











domenica 1 luglio 2018

Pops Due

Procedo con gli esercizi di sintesi.
Seguendo i pops americani, ascoltando lo spirito dei senryu, trovo che questo tipo di scrittura mi rispecchi al meglio nel suo modo asciutto di comunicare.
Ovviamente carta e penna sono i miei attrezzi preferiti.
Lo spirito sarcastico ed ironico ogni tanto ovviamente esce ...

Il merlo
    nel tuo giardino
- è sul ramo di Pino

Buona domenica e divertimento a tutti


venerdì 29 giugno 2018

Pops

Poche parole per esprimere immagini in modo semplice e diretto. La magia degli Haiku o senryu o pops o ... qualsiasi altra forma breve è un utile esercizio di sintesi.

Serata estiva,
Continuo cicalio
Di comari in strada



Serata estiva,
Zanzare
E volo di pipistrelli



Serata estiva,
Afa
Ventilatori a manetta


Sperando di essere riuscito a farvi vedere queste tre immagini Vi lascio la buona serata.



domenica 24 giugno 2018

Tranquillità


Dalla tranquillità escono le idee; dalle idee escono racconti.
Ogni tratto è un pezzettino di racconto e ogni racconto è un pezzettino di vita e ogni parola, ogni segno di punteggiatura, costruisce e scandisce il passo con cui affrontare la lettura, con cui affrontare quello che viene.
E ora vado a "punteggiare" il pomeriggio con tanti ";".
Buona domenica a tutti quanti.




domenica 17 giugno 2018

Malattie mentali

C'è un male subdolo che avvelena le persone: sentirsi genio onnisciente.
Un altro male è la superficialità, avere occhi cuore e mente appannati e non rendersene conto.
Un altro personaggio dei miei racconti che nella sua realtà risulterà l'assurdo concreto.

In libertà

Non sono contro la tecnologia, anzi credo di esserne, nel mio piccolo, un sostenitore, ma sono contrario all'uso troppo umano di essa: disumanamente utilizzata per rendersi più vicini al mondo però sempre più isolati da ciò che abbiamo vicino.
L'ambiguità della tecnologia si è fatta sentire in modo esponenziale nel 'boom' di Internet: un mondo parallelo altamente tecnologico che ricalca in tutto e per tutto la società mondiale e riporta l'essere umano ai tempi della clava per imporre le proprie ragioni, spezzare la voce altrui e raggiungere fantomatiche vette in piccoli gruppi virtuali di sconosciuti.

Mi scappa da ridere e alla stesso tempo di piangere, davanti alle virtuali amicizie di migliaia di persone...
Ai tempi in cui ero iscritto al noto social network FaceBook, la lista delle “amicizie” era di circa 400 utenti: in sei mesi di assenza solo 2 persone si sono accorte della sparizione.
Tutti e 400 gli utenti li conoscevo fisicamente dal vero prima dell'amicizia su FB, ponendo che 150 non abbiano il numero di telefono, altri 100 ne telefono ne email, dei restanti 150 quanto importa ciò che scrivi o meno ?
Eppure, per molti, è più reale un social network forse perchè così non vedono l'effettiva solitudine che li circonda e/o l'effetivo e reale : Non mi interessa quello che dici. Ti metto un mi piace di scambio.
Basandomi su questi pensieri e sul mondo odierno che si aggrappa a vecchi ideali perchè non è più in grado di essere compatto per avere nuovi ideali adatti ai tempi attuali, ho scritto una serie di racconti brevi che vanno dal “politicamente scorretto” all'assurdo della realtà fino al fantascientifico buon senso che sembra mancare sempre di più.
Ironia e sarcasmo, forse con una punta di sadismo nel rivoltare il coltello nella piaga, ho voluto raccogliere per ora le basi della società attuale.

domenica 10 giugno 2018

Il problema del trave e del ramoscello

Se racconti qualcosa in modo diretto appari piatto tanto quanto un'asse di legno, anzi peggio, un foglio di lamiera; se racconti in modo criptico c'è maniera di apparire comunque piatto tanto quanto il solito foglio di lamiera menzionato prima. Se poi devi spiegare che sono una serie di piccoli indizi il trave della faccenda e non la descrizione del ramoscello allora capisci un paio di cose: la storia del trave e del ramoscello è sempre attuale e che probabilmente hai "ciccato" qualcosa ...
Oppure, e questa è veramente da prendere con le pinze per evitare di cadere nel tunnel del: "Sono un genio non capito" et similari, la superficialità odierna non permette sempre il tempo per riflettere.
Difficoltà della comunicazione odierna.
Difficoltà del racconto breve.

sabato 2 giugno 2018

Immersione totale lavorativa

È da un po' di tempo che non scribacchio, dato l'intenso periodo lavorativo, ma quello che mi duole di più è che questa full immersion lavorativa mi ha tranciato un pochino le idee ... o almeno ha reso più difficile che le idee vengano a galla perché le idee nascono meglio scrivendo e soprattutto nascono meglio se il fisico è riposato... colui che aveva scritto mente sana in corpo sano sapeva certamente quel che diceva.
Così, seduto sul mio pensatoio bianco e lucido, leggo e cerco qualcosa di nuovo e piacevole nella rete ed ho trovato questo
interessante articolo su come scrivere.

Ho finito di pensare, tiro l'acqua, e Vi auguro buona serata.
Ciao

martedì 29 maggio 2018

Heil Europa!

... e l'economia va giù giù giù e lo spread va su su su...
... e io i soldi per pagare le tasse non ce li ho più più più...

Heil Merkel und Macron!
Si alza uno strano grido con sbatter di tacchi da qualche parte a Roma ...
Il popolo è sovrano, quando sceglie ciò che va bene, altrimenti il popolo è somaro.
Anneghiamo tranquilli in mezzo a risme burocratiche ricoperte di simboli combinati in modo illeggibile.
Lo spread va su su su e il mutuo variabile varia varia varia verso l'alto...
Heil Merkel und Macron!


lunedì 28 maggio 2018

Democrazia...

... e un presidente di una repubblica democratica decide che il ministro dell'economia, ministro scelto dalle due forze politiche che hanno la maggioranza dei voti del popolo, non va bene e impone il governo tecnico ... grazie presidente per aver ributtato nella merda i cittadini per obbedire agli ordini di chissà quale potenza ... amareggiato e triste mi vergogno di questo presidente...

Tratto da "Fantasia bucoliche vaniloquenti" prossimamente in TV.

sabato 28 aprile 2018

PASSEGGIATA - RACCONTO BONSAI

Ho scoperto dell'esistenza dei racconti Bonsai ... al che ho provato a cimentarmi e ... taglia qui, taglia là ... bè è rimasto questo.


Ho trovato questa bella immagine qui



PASSEGGIATA
Alla luce artificiale, color del sole quando tramonta, camminava a passo lento un uomo stanco.
La sigaretta accesa pendente tra le labbra, l'orecchio teso a quei palazzoni colmi di lingue, dialetti e tradizioni diverse.
Pensò alla torre di Babele.
"Andiamo bene ...", sospirò, fermandosi un attimo.
Poi ricominciò a camminare smettendo di pensare.


giovedì 19 aprile 2018

Il racconto breve

La fregatura, nello scrivere post brevi, è che si legge tutto nell'anteprima e quindi, devo scrivere di più di quello che vorrei o non vorrei...
Penso che così sia abbastanza.


"Acquazzone estivo:
ti investe, ti rinfresca,
ti fa gelare;
Piacere d'attesa:
rimani fino alla fine,
incollato."






domenica 15 aprile 2018

Più o meno è andata così...

"Senza parole"



I pensieri di Osvaldo

"Quanto mi sembra assurdo rappresentare il problema della donna oggetto mettendo una donna nuda con maschera in esposizione... per la tua denuncia contro la donna oggetto utilizzi "l'oggetto donna". La coerenza? No eh ... Va bè . "
Tratto da Prossimamente Osvaldo

mercoledì 4 aprile 2018

All'antica

... e scatto fotografie con la pellicola per il gusto di tenerle per me stesso, e scrivo i miei racconti brevi e le mie riflessioni con la penna e un quadernetto, per il gusto di sentirli fisicamente in mano e rileggerli quando mi pare ovunque sono.
Scrivere sul quaderno mi aiuta a capire, quando dico fine ad un racconto, quanto incasinati erano i miei pensieri. Rileggo con piacere saltando da una pagina all'altra seguendo gli asterischi il corso della mia fantasia riordinato, messo nero su bianco. Rileggere il mio quaderno è quasi come leggere un game-book. (Chissà se qualcuno se li ricorda...)

La cosa più assurda, all'inizio, è stato pensare quanto fosse strano scrivere su carta... eppure ho imparato a scrivere su carta. Ora, se non scrivo su carta, non riesco a fare una pippa.

lunedì 2 aprile 2018

Pensiero fantascientifico

"[...]e alla fine dobbiamo il merito delle porte scorrevoli dei supermercati ad Asimov e Start Trek. Grazie al cielo le hanno fatte silenziose però."
Tratto da ... ve lo dirò prossimamente.

sabato 31 marzo 2018

Un classico

Auguri di Buona Pasqua, sperando che metta un po' di sale in zucca a chi dovrebbe farci star bene.
Saluti

giovedì 22 marzo 2018

Pensiero del mattino

Mr Zucchina e il suo facebook vittime collaterali della guerra politica a Mr President Trump.
Gli utenti FB postano foto anche di quando vanno a fare le cacca ... Gli utenti di FB sono loro stessi i primi violatori violentatori della propria privacy.
Per finire una riflessione: siamo proprio sicuri che non siano già stati utilizzati per altri scopi i dati FB ?
Buona giornata

martedì 20 marzo 2018

domenica 18 marzo 2018

Armonia

TAC TAC TAC,
Si svuota la caffettiera.
SSSSSSSH,
Si riempie il serbatoio.
CRRRRRR,
Sale il profumo di caffè.
TINNN TiTIN,
Si scioglie lo zucchero.
Il sorriso nei tuoi occhi
Scioglie il mio cuore




domenica 4 marzo 2018

"Nel mio calendario..."

"Scrivere per vivere, anzi, per sopravvivere."



"Nel mio calendario... ogni giorno che passa lo cancello con una crocetta... Alla fine, uomini appunteranno sul petto della giubba croci orgogliose e tintinnanti. Uomini, invece, potranno appuntare sul petto del logoro giubbetto soltanto le umili crocette a matita dei loro giorni morti".
Entrambe le frasi tratte da :
Ritorno alla base - Guareschi -Edizione SuperBur Narrativa  marzo 2002
pag. 5
pag. 276
ISBN 88-17-12820-1
Proprietà letteraria riservata
C 1989 RCS Rizzoli Libri S.p.A., Milano
C 2002 RCS Libri S.p.A., Milano

giovedì 1 marzo 2018

C'era una volta il Bianco Natale

C'era una volta il bianco Natale, quando le stagioni, docili ed addomesticate, seguivano i ritmi del calendario umano e la campagna dava i suoi frutti in modo corretto e le persone avevano le ferie sempre nel periodo giusto per godersi il sano caldo del mare. Ogni tanto, magari, signorina Primavera o Mister Inverno, davano un colpo di testa e per uno, due giorni, si volevan far notare, ma robetta di poco conto che veniva subito sistemata dalle altre tre stagioni: "Via al tuo posto! Non è il tuo momento!".
Proprio in quel periodo, quando le stagioni erano brave, per Natale c'era sempre una spruzzata di neve che, con il suo bianco candore, rendeva meno grigio Mister Inverno. I bambini aspettavano la vigilia di Natale, non certo per i regali, ma per quel calore che solo a Natale si riusciva a sentir bene, un calore che veniva da dentro, che veniva dai sorrisi di mamma e papà.
Il sugo rosso con i funghi secchi, i pesciolini e l'anguilla e il merluzzo fritto che bontà!
C'era una volta il bianco Natale e il panettone era semplicemente farcito con uvetta e canditi, il torrone era duro duro, potevi sceglierlo ricoperto di cioccolato o senza, ma era comunque duro e occorreva tempo, calma e tranquillità per gustarlo. Attorno alla tavola adornata dalla tovaglia rossa la famiglia era più unita che mai, e la fiammella della candela sembrava la luce del sole dal tanto splendore e calore che emanava.
I giovanotti, con il cappotto, la giacca e la cravatta, uscivano vicino alla mezzanotte per recarsi alla messa. Le chiese gremite di spalle “cappottose”, nere, blu, grigio topo, strette strette l'una all'altra, il fruscìo di fondo dei colpetti di tosse, starnuti lievi e trattenuti, l'impeto dei cori Natalizi e poi, per magia, quando il prete alzava l'Ostia benedetta, calava un silenzio quasi surreale, i cuori eran stretti attorno a quel simbolo d'amore unico ed eterno. Le chiese gremite di persone che ci andavano solo una volta all'anno, ma quella volta, quella sola volta, le persone riempivano le chiese con profonda devozione: in fondo doveva durare un anno quella benedizione.
Finita la messa, focolari scoppiettanti scaldavano “al vén brulè” o deliziavano i palati con le caldarroste e  immancabilmente c'era sempre il primo che diceva, con voce allegra: "Nevica! Che gran bel bianco Natale".
-*-
C'era una volta il Bianco Natale... ritmi frenetici da automi, si corre per le vie addobbate alla ricerca dell'ultimo pensiero nella temperatura mite, quasi autunnale, e nel fracasso delle musiche natalizie sparate ovunque. Si corre alla ricerca di un regalo speciale che poi tanto speciale forse non è. Si corre alla ricerca di una gioia non proprio reale, non c'è più il tempo da donare e allora, con amara soddisfazione, si regala un surrogato più o meno costoso.
La cena arriva, ci si siede quasi ansimanti, un po' madidi di sudore e si mangia velocemente, si parla di lavoro, di affari, di politica.
Finisce la cena, si scambiano i regali, ma non sono più quei meravigliosi regali, sono regali di oggetti tristi. Il tempo non c'è per fermarsi a scaldarsi il cuore, bisogna andare, bisogna correre a fare l'aperitivo con gli amici.
Un cuore consumista ci muove e ci rende frenetiche bestie da soma.
Si esce, vestiti eleganti, oppure come un giorno qualsiasi. Non c'è più “al vén brulè”, la chiesa non è più così piena, la benedizione annua non serve più a chi non ha tempo nemmeno per se e per i suoi cari. Al Bar, bevendo un amaro, veramente amaro, si borbotta: "Per fortuna che per ora non ha nevicato".
Non fai in tempo a digerire il morbido torrone, il panettone senza uvetta o senza canditi farcito con improbabile creme dal gusto cioccolato o “plasticoso”, che arriva la chiacchiera, la frittella, le maschere e i coriandoli.
Così, nella mischia del consumismo, la neve è stata spedita in avanti e piano piano si consumano anche le tradizioni.

sabato 17 febbraio 2018

Don Camillo e Peppone oggi

[...]Ma Don Camillo e Peppone, i famosissimi personaggi di Giovannino Guareschi, al giorno d'oggi come sarebbero?
Un pioppeto lungo la bassa reggiana

Sono un appassionato lettore di Giovannino Guareschi e per gioco mi sono posto questa domanda.
Allora mi immagino e reinvento le avventure dei due, senza però stravolgerne il carattere.
Un Peppone che probabilmente non sarebbe un compagno, ma un sindaco di una lista senza simboli. Un sindaco con le idee schiette: il bene di tutto il suo comune usando il buon senso.
Don Camillo, un semplice prete di campagna, che porta alle sue pecorelle la parola di Dio tramite il suo semplice buon senso.

Le parole chiave che accompagnano il "Don Camillo" di Guareschi sono proprio queste: buon senso.
Il difficile, per reinquadrare Don Camillo e Peppone al giorno d'oggi, sta proprio in queste due parole: buono senso.
Allora ecco che forse, il bello, il magico, il fantastico, di "Don Camillo", è tutto nel buon senso che Guareschi ha messo nei suoi personaggi. Buon senso, lealtà e bontà.

Reinventare il comportamento dei due personaggi del Guareschi diventerebbe un rischio: avremmo un Peppone che potrebbe essere definito razzista e fascista e un Don Camillo che potrebbe diventare un prete disobbediente.
Riscrivere i due personaggi, senza toccarne i lati salienti del carattere, potrebbe essere definito politicamente scorretto.
Io però ME NE FREGO!
Dal 2016 ho il progetto Guareschi in testa e credo che per ampliarlo e renderlo odierno sia mio obbligo fare queste riflessioni.
Una ricerca, di qualsiasi tipo, per essere una ricerca deve apportare qualcosa in più.
La sfida ora è trasformare in modo visivo il buon senso.



venerdì 16 febbraio 2018

Racconto breve, senza storia,senza morale

IL SENZA-VERGOGNA

Mi chiamo Gianluigi Ricconzi, detto Gorilla, sono un figlio del popolo come tanti altri di voi, la differenza è che mio padre e prima mio nonno, hanno fatto la loro fortuna con il lavoro duro dei loro operai.
Sono comunque uno di voi, un figlio del popolo che, mentre mio padre fa lavorare duro i propri operai nella sua fabbrichètta, io con il fazzoletto rosso e il passamontagna vado a manifestare in piazza il mio sdegno contro la ricchezza.
Ne ho fatte tante di manifestazioni così. Io, Giorgio, Paolone, Marco il Guasto, sempre insieme a manifestare contro i ricchi e pronti a far qualsiasi cosa per difendere il diritto dei lavoratori.
I lavoratori dovrebbero ringraziare tutti quei figli del popolo che hanno i soldi e possono permettersi di passare il tempo a manifestare.
Noi combattiamo per i lavoratori!
Per questo manifestiamo.
La società è divisa così: lavoratori, ricchi e combattenti.
Io sono un combattente.
Un lavoratore è colui che spreme le sue forze e dona otto ore al giorno al padrone.
Tutti gli altri sono i ricchi. Artigiani, statali, politici (solo quelli di centro e di destra), e meritano di essere puniti e colpiti.
Ricordo ancora la prima auto che ho sfasciato: avevo 18 anni, era da poco uscita la nuova panda e lungo la strada del corteo vidi parcheggiata una panda nera nuova fiammante, ben curata, gomme nuove; pensai subito che quella era la macchina di un ricco e quindi doveva comprarne un'altra per far lavorare di più i compagni FIAT. Presi lo slancio e lasciai andare a tutta forza il carroarmato numero 44 dei miei anfibi Dr Martens sulla portiera.
SBAM!
La portiera del lato guida era rientrata per bene. Soddisfatto ridevo sotto il passamontagna ben calato sul viso. Mentre meditavo che fanale sfondare conobbi Paolone, alto e massiccio.
“Principiante” mi disse e lasciò andare una pedata stupenda contro il lunotto posteriore che andò in frantumi. Arrivarono quindi Marco il Guasto e Giorgio che, con due spranghe di ferro alla mano, fracassarono i quattro fanali.
Saltai sul cofano di quel simbolo della ricchezza più e più volte, mi feci passare una spranga e continuando a saltare a gambe divaricate sul cofano lasciavo cadere la spranga duramente sul tettuccio, ogni colpo abbassava il tettuccio, ogni colpo mi istigava a dare il successivo, ad ogni colpo urlavo.
Quel giorno io e i miei nuovi amici facemmo passare sotto le nostre cure tanti altri simboli di ricchezza.
Questo è stato l'inizio. Vi sembrano i ragionamenti di un pazzo?
Eppure, per loro, sono pazzo.
Quante manifestazioni! Milano, Torino, Roma, Bologna! Partivamo cantando Bandiera rossa, Bella ciao, sbattendo le suole a terra con cadenza militare, con i fazzoletti rossi legati al collo e le bandiere della pace a circondare i nostri corpi.
Ci tengo a precisare che io non ho fatto il militare perché odio le armi e la violenza e non riesco a sottostare agli ordini.
Le manifestazioni andavano sempre avanti bene e tranquille fino a quando qualche cordone di servi della democrazia dei ricchi ci impediva di andare dove volevamo. Allora scoppiava la rabbia! Questa non è democrazia, io vado dove voglio! Sono un cittadino libero!
Così iniziavano sempre gli scontri. Solitamente io mi gettavo solo sui simboli della ricchezza! Quindi auto, vetrine di negozi, se ci si riusciva anche contro le banche, ma lì era dura: vetri troppo spessi. La nostra lotta per i lavoratori costringeva il popolo ad asseragliarsi in casa e osservare impotente. Vigliacchi! Noi lottiamo per voi! Voi che domani andrete al lavoro!
Dopo svariate e svariate manifestazioni, io, Giorgio, Paolone, Marco il Guasto siamo giunti nelle prime file. Per la nostra sicurezza ci viene dato un casco a ciascuno, una bandiera della pace con asta, che all'occasione diventa spranga, uno zaino contenente uno scudo di fortuna.
Partiamo.
Andiamo al passo militare. Il fazzoletto rosso legato al collo, la bandiera della pace posata alla spalla, il passamontagna ben calato sul viso.
Marciamo, siamo in testa al corteo, tutti quelli dietro di noi aspettano il nostro segnale.
Vicini alla svolta dal percorso obbligato ci cingiamo le spalle con le bandiere della pace, come fossero mantelli, mettiamo gli scudi al braccio sinistro, ci mettiamo in fila ed iniziamo a marciare contro i servi delle democrazia dei ricchi.
Sbattiamo a ritmo le spranghe contro gli scudi. La legione nemica della democrazia ci blocca la strada. Ci fermiamo a un metro di distanza. Cala il silenzio.
Come da ordini ricevuti avanzo e grido: “In nome del popolo e della democrazia lasciateci passare!”
Nessuna risposta.
Così mi volto verso il mio esercito, rientro nei ranghi. Guardo la fila di fazzoletti rossi, passamontagna calati, scudi e spranghe pronti.
“Noi passeremo!”
Così è iniziato lo scontro contro la legione di demoni che difende i ricchi.
Si, in realtà sono demoni! Non sono esseri umani. Ho visto Paolone essere preso e trascinato all'interno del muro degli sbirri senza che ci fossero mani a tirarlo. Allo stesso modo ho visto sparire Marco il Guasto. Giorgio invece è sparito e basta.
Mi sono ritrovato tra cinque demoni dalle casacche infuocate che mi urlavano contro.
Ho gettato la bandiera della pace a terra e l'ho vista macchiata di sangue.
Già, maledetti demoni, avete macchiato la pace di sangue.
Mi sono lasciato cadere a terra e mi son ritrovato circondato da anfibi, non anfibi belli come i miei Dr Martens, anfibi dozzinali, anfibi da poco.
Mi sono sentito strattonare, il girocollo del Missoni che indossavo mi stringeva al collo.
Ed eccomi qui, in questa cella, ad aspettare insieme agli altri combattenti del popolo il nostro turno per essere rilasciati.
Sento la voce di mio padre.
Per fortuna papà ci sei tu con la tua ricchezza.

domenica 28 gennaio 2018

Doppia esposizione - metodi di espressione


 
"Dietro o davanti alle sbarre"
Holga 120N su pellicola IlFord HP5Plus sviluppata in Agfa R09 One shoot

Una doppia esposizione aiuta ad aumentare l'espressività di chi fotografa. Tramite Holga, e altre macchine similari, prive di qualsiasi automatismo, ottenere doppie esposizioni è semplice.
Io e Holga  è un piccolo discorso tra amici che racconta come scattare su pellicola con macchine fotografiche senza automatismi.

Altri esempi di fotografie con Holga120N

martedì 9 gennaio 2018

Il mondo piccolo

Inizia un viaggio all'interno del grande mondo piccolo di Giovannino Guareschi

domenica 7 gennaio 2018

Io e Holga gratuito

Il 13 Gennaio 2018 sarà possibile scaricare il mio ultimo ebook sulla fotografia gratuitamente da Amazon.
Io e Holga, una chiacchierata tra amici sul mondo della fotografia a pellicola.
In tanti pensano che il mondo delle toy camera a pellicola sia "riservato" a snob con soldi da buttare, ma non è così.
Le più grandi marche di macchine fotografiche spingono sulla facilità di fare ottime foto solo tramite i loro ultimi prodotti, dicono : con la mia macchina farai foto mozzafiato. La fotografia non è fatta dalla macchina, ma dall'uomo.
 
 Doppia esposizione con Holga 120N
"Gabbia"

Tramite il mio nuovo e-book "Io e Holga" acquistabile su Amazon scoprirai che la fotografia è fatta dalla idea, dall'occhio e dal cuore di chi la scastta. Scoprirai che non è difficile sviluppare pellicole in casa e che non è casuale la riuscita di una buona foto nemmeno con una toy camera.
Osserva la luce, pensa, scatta.



venerdì 5 gennaio 2018

Progetto Guareschi ...

In carrozzaaa! Si riparte.
Un incontro casuale può riaccendere una vecchia idea, ridare stimolo.
ù

Lo stimolo è arrivato mostrando a questa persona, più avanti Vi dirò chi è, colta e appassionata di Guareschi le vecchie foto che avevo fatto del progetto Guareschi. All'ultima foto, appena l'ha vista, ha esclamato entusiasta:
- Bravo! Sì a lui piaceva tantissimo!
- Continua a farle! Scatta altre fotografie, adesso poi che è la stagione migliore per rappresentarlo! Non fermarti.
Avevo dei dubbi sulle foto che avevo fatto, dubbi profondi, e quest'uomo li ha fatti sparire con il suo entusiasmo.
Questo entusiasmo mi ha entusiasmato, riacceso le idee e la voglia di andare avanti.

Raccolgo la sfida di raccontare un uomo che ha saputo raccontare un mondo tutto nuovo, il mondo piccolo.
Non sarà facile raccontare una persona grande come Guareschi, ma farò del mio meglio. Blocchetto degli appunti pronto, matita appuntita e via! In carrozzaaaa! Si riparte.